Un nobel per la pace. Ignorato

Un nobel per la pace. Ignorato

 

di Daniele Rocchetti, da La Barca e il Mare

 

 

La lotta per il disarmo nucleare

 

A motivare tale riconoscimento è il suo instancabile impegno nella lotta per il disarmo nucleare e nella prevenzione di queste armi attraverso numerosi programmi educativi sul loro possibile impatto umanitario e la divulgazione delle testimonianze dei sopravvissuti, chiamati “Hibakusha”. La Confederazione è nata nel 1956 per volontà delle associazioni locali dei sopravvissuti alle bombe atomiche  sganciate dall’esercito americano sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki e di coloro che subirono le conseguenze dei test nucleari nel Pacifico. Oggi, oltre a svolgere il ruolo di loro maggior rappresentante nel paese, si spende principalmente a tutela dei diritti sociali ed economici degli Hibakusha di tutto il mondo e a protezione dell’intera umanità dalla possibilità che eventi di questo genere si ripetano. Il Nobel rappresenta un segnale importante in un tempo in cui si assiste a una crescente militarizzazione e le armi nucleari tornano ad essere una minaccia più che mai reale.

 

Non a caso Terumi Tanaka, 92 anni, sopravvissuto del bombardamento atomico di Nagasaki e tra i fondatori di Nihon Hidankyo, nel ricevere ufficialmente a Oslo il Premio Nobel per la pace 2024 ha detto: “Non si permetta più il possesso nemmeno di una singola arma nucleare”. Lui che il 9 agosto 1945 aveva 13 anni e vide con i suoi occhi la morte e la devastazione da quel tipo di ordigni, ha parlato a nome della delegazione di 30 persone giunte da Hiroshima e Nagasaki per ritirare il riconoscimento, tra i quali ben 17 testimoni diretti di quella immane tragedia.

 

 

La devastazione di allora e le minacce di oggi

 

Terumi Tanaka ha raccontato la sua esperienza di quel giorno: il grande bagliore, l’onda dell’esplosione, le case bruciate, la cattedrale di Urakami (“la più grande chiesa in mattoni rossi dell’Oriente”) rasa al suolo, lo strazio dei corpi delle famiglie delle due zie che vivevano a 400 metri dall’ipocentro. “Le morti di cui sono stato testimone in quel momento – ha detto – difficilmente potrebbero essere descritte come umane. C’erano centinaia di persone che soffrivano in agonia, incapaci di ricevere qualsiasi tipo di assistenza medica. Sentii profondamente che, anche in guerra, tali uccisioni e mutilazioni non dovrebbero mai essere consentite”.

 

Ma non è solo una storia di ottant’anni fa: Tanaka, nel suo discorso alla cerimonia del Nobel, ha parlato guardando alle cronache di oggi: “Oggi esistono ancora 12.000 testate nucleari sulla Terra, di cui 4.000 sono operative e pronte per essere lanciate immediatamente. Una superpotenza nucleare, la Russia, minaccia di usare armi atomiche nella sua guerra contro l’Ucraina, e anche un membro del governo israeliano, nel mezzo dei suoi incessanti attacchi a Gaza, in Palestina, ha parlato del possibile utilizzo di armi nucleari. Oltre che per le vittime civili, sono infinitamente triste e arrabbiato per il fatto che il ‘tabù nucleare’ rischi di essere infranto”.

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