Tutti i giorni che verranno
Cosa conta di questa campagna elettorale, e cosa conterà dopo (una specie di editoriale)
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| 26/09/2022
Che sia stata la campagna elettorale più brutta di sempre lo si dice a ogni campagna elettorale, almeno da un po’ di tempo a questa parte, no?
È realistico pensare che lo si dirà di nuovo alla prossima, e con questo provare qualche sollievo rispetto a questa: che ha un pregio, in questi giorni. È finita.
A concorrere a questa valutazione negativa ci sono in effetti alcuni fattori: la debole qualità del dibattito e dei contenuti, la scarsa attenzione a temi globali e nazionali davvero importanti e complessi a favore di polemiche spesso capricciose e infantili, l’impegno dedicato a screditare gli avversari più di frequente che a promuovere se stessi, l’impressione che l’elettorato sia percepito – a torto o a ragione: nessuna delle due sarebbe una buona notizia – come orientato da dinamiche e considerazioni superficiali, egoiste e immature a loro volta, la narrazione mediatica che – a torto o a ragione, poco conta – ha tolto valore e senso al procedimento democratico e alla riservatezza del voto insistendo sulla scontatezza del risultato più che su ogni altra cosa.