Scalfari, l’illuminista che fondava e dirigeva i giornali da protagonista
Articolo di Raffaele Liucci
Eugenio Scalfari è stato fondatore, direttore e comproprietario di giornali (il settimanale «L’Espresso», lanciato nel ’55 insieme ad Arrigo Benedetti, cui subentrerà alla direzione nel ’63; e «la Repubblica», sorta nel ’76), un seguitissimo editorialista, nato con solide competenze economiche e sempre interessato alle dinamiche del capitalismo, e autore di numerosi libri

Con Eugenio Scalfari scompare l’ultimo grande protagonista della carta stampata novecentesca. Un mondo ormai estinto, fatto di orari notturni massacranti, tipografie ruggenti, direttori monarchi assoluti e testate che esercitavano un’influenza enorme sull’opinione pubblica. Non è difficile distinguere i tre principali volti assunti dal giornalista calabrese nella sua lunga e operosa esistenza (era nato il 6 aprile 1924). Innanzitutto, Scalfari è stato fondatore, direttore e comproprietario di giornali (il settimanale «L’Espresso», lanciato nel ’55 insieme ad Arrigo Benedetti, cui subentrerà alla direzione nel ’63; e «la Repubblica», sorta nel ’76). In quest’attività imprenditoriale, Scalfari ha brillato come il migliore di tutti. Rispetto a Frassati e Albertini, Scalfari ha esercitato la propria influenza per oltre mezzo secolo. Pur avendo lasciato la direzione attiva di «Repubblica» nel 1996, infatti, ha continuato a indicarne la linea, moderatamente progressista, fino a pochi anni fa. Fra i suoi obbiettivi, allorché fondò il quotidiano, c’era quello di traghettare il Pci e il suo vasto popolo su sponde riformiste.