SALVINI, LE MADONNE, IL VANGELO
di Daniele Rocchetti
@LaBarcaeilmare
Salvini appare in TV dopo la caduta del governo Draghi.
I temi sono i soliti
La cornice è diversa: il capo leghista è immerso in immagini di angeli, santi, madonne…
Sarebbe utile studiare la prima apparizione televisiva – fatta al TG1 – di Matteo Salvini dopo la caduta del Governo Draghi, lo scioglimento delle Camere e l’annuncio delle elezioni il prossimo 25 settembre. Se i temi sono i soliti da campagna elettorale (migranti, Lampedusa, espulsioni, assunzione delle forze dell’ordine, certezza delle regole) singolare è stata la cornice. Non tanto perché stavolta mancava il riferimento al Rosario (ricordate i continui baci mentre era Ministro dell’Interno?). Neanche perché il calendario che si vedeva alle sue spalle era del 2020 (?!?!) ma, piuttosto, perl’impressionante selva di immagini sacre: crocefissi, santi, angeli, arcangeli e icona di Maria. Immagini (un po’ kitch, a dire la verità) che raccontano di un cristianesimo tradizionale e che preannunciano, in modo palese, una sfida con Giorgia Meloni, l’altra paladina della triade Dio, Patria e Famiglia.
Salvini fa l’occhiolino ai cattolici che vanno a messa
Se l’apparato iconico è di questo genere è perché si pensa di fare breccia in quella nebulosa fascia di “elettorato cattolico” che viene riesumata ogni qualvolta si apre una competizione elettorale. Personalmente faccio fatica a credere che tutto questo possa avere presa ma è indubbio il fascino che temi e immagini esercitano su persone che frequentano, più o meno abitualmente, le assemblee eucaristiche domenicali.
Salvini “pesca” in comunità cristiane che hanno rinunciato a formare i credenti al servizio della politica
Certo il silenzio e le omissioni, in alcuni casi anche le complicità, di una parte (anche consistente) della comunità cristiana nei confronti di parole e di azioni non conformi al Vangelo è anche il frutto di una lunga stagione che ha visto rinunciare molte parrocchie a formare credenti che hanno cura e passione per l’umano. Credenti che, laicamente e con rigore, non solo con le intenzioni, partecipano alla costruzione della città di tutti.
Comunità cristiane che hanno rinunciato a formare cittadini consapevoli che si può e deve fare politica – sapere e prassi che ha leggi e valori specifici che non possono venire posti a lato – solo se pratica buone mediazioni, che siano incarnazione dei principi o dei valori attraverso l’azione. In caso contrario si condanna o al tradimento dei valori oppure all’inefficacia politica.