Focus apparso su L'Eco di Bergamo di lunedì 14 aprile 2025
Perché il mondo sta cambiando dappertutto a gran velocità
Tra i 56 conflitti in corso nel pianeta nel 2024, ne infuriano due di primaria rilevanza (l’aggressione russa contro l’Ucraina e il conflitto tra Israele e Hamas a Gaza). Le questioni territoriali e la diplomazia. Tre forze si fronteggiano nel grande teatro della politica
Gli eventi internazionali, specie quelli tragici come nel caso delle guerre, obbligano ad un esercizio di interpretazione e di discernimento. Tra i 56 conflitti in corso nel mondo nel 2024, censiti nel Global Peace Index, ne infuriano tuttora due di primaria rilevanza (l’aggressione russa contro l’Ucraina e il conflitto tra Israele e Hamas a Gaza) che sono destinati, per ragioni diverse, a definire i parametri fondamentali della sicurezza internazionale nel prossimo futuro. Per comprendere davvero questi due conflitti, bisogna porre le domande giuste, per sfatare alcune narrazioni strumentali. Ad esempio, è plausibile, come sostiene la Russia, che sia stata l’espansione della Nato ad est ad aumentare il senso di minaccia per Mosca e a provocare l’invasione dell’Ucraina, in difesa della popolazione russofona, o non è piuttosto la realizzazione di una rivincita, il ripristino di un’antica ambizione imperiale di Mosca?
La furiosa reazione di Israele
E i terribili fatti criminali del 7 ottobre 2023, con l’azione terroristica di Hamas su larga scala in Israele, possono davvero giustificare la furiosa reazione militare israeliana in termini di esercizio del diritto alla difesa, o tali tragici ed efferati eventi sono anche l’effetto di una situazione pregressa, con decenni di umiliazione e risentimento covati nella Striscia, dovuti allo stato di assedio ed alla segregazione? In secondo luogo, c’è da chiedersi se, al di là delle percezioni superficiali, vi sia un’equivalenza strategica tra le due situazioni. Certamente, c’è un tratto comune, nella circostanza che siamo di fronte a due guerre aventi al loro fulcro una questione territoriale. Fa riflettere il fatto che, mentre si parla giustamente di dominio cyber e di possibili effetti destabilizzanti dell’intelligenza artificiale, entrambi i conflitti hanno ancora al centro uno dei temi più antichi tradizionali e strutturali delle relazioni internazionali, vale a dire l’occupazione di territori. Ma l’analogia finisce qui. Nel caso dell’Ucraina sono stati violati i confini internazionalmente riconosciuti. La Comunità euro-atlantica non è entrata in guerra con la Russia ma ha fornito sin da subito un forte sostegno a Kyiv per difendere un Paese aggredito, sulla base dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite (diritto alla legittima difesa) con il chiaro obiettivo di favorire il raggiungimento di una pace che sia giusta, duratura e sostenibile (e non che equivalga ad una capitolazione incondizionata dell’Ucraina)...