Per un’insurrezione contro l’apatia democratica

di Tomaso Montanari | Venerdì 17 dicembre

 

 

 

 

 

 

Altreconomia

 

 

 

 

 

 

 

L’astensione di massa alle ultime elezioni è un drammatico segnale d’allarme che sembra non turbare nessuno. Eppure, se la maggioranza degli italiani non vota, la nostra non è più democrazia e abbiamo reciso il filo che ci legava alla Resistenza e alla fondazione della Repubblica. In un Paese che non ha conosciuto rivoluzioni, la festa nazionale degli italiani celebra il giorno in cui un pugno di cittadini chiamò tutti gli altri all’insurrezione. Il 25 aprile del 1945 Sandro Pertini lesse a Radio Milano Libera il proclama del Comitato di Liberazione Nazionale: “Cittadini, lavoratori: sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire”.

 

Non si sbaglia se si dice che il significato più alto e più attuale della festa della Liberazione è dunque la chiamata alla partecipazione. Di lì a poco, l’articolo tre della Costituzione trasformò quel che era successo il 25 aprile nello scopo stesso dell’Italia che rinasceva: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

 

Oggi, 75 anni dopo, chiamare all’insurrezione significa costruire concreti strumenti culturali per una partecipazione vera. L’Italia di oggi ha un analfabetismo funzionale del 47% (in Messico è al 43,2%, negli Stati Uniti al 20%, in Svizzera al 15,9%). Metà del Paese non legge, non interpreta, non si difende: non sa o non vuole più farlo. E non vota. E ai vertici della Repubblica non manca chi giudica con indulgenza, anzi con interesse, quest’eclissi di cittadinanza: siamo davvero molto lontani dallo spirito con cui Pertini lesse quel proclama, il 25 aprile del 1945.

 

 

 

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO

Per un'Europa di pace

Per un'Europa di pace

Due weekend di iniziative per l'Europa
L'impegno delle ACLI per un lavoro dignitoso

L'impegno delle ACLI per un lavoro dignitoso

Il racconto del progetto Pro Pro
25 aprile 2025

25 aprile 2025

Per ribadire il coraggio della pace e la bellezza delle libertà costituzion...
Posizioni aperte in ACLI Bergamo

Posizioni aperte in ACLI Bergamo

Comunicazione e Gestione Contabile / Rendicontazione Progetti
Rileggere Francesco a partire da Evangelii Gaudium

Una memoria viva

Rileggere Francesco a partire da Evangelii Gaudium