La vittoria (di Pirro?) del centrodestra
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Rocco Artifoni
| 26/09/2022
È andata come previsto. La coalizione del centrodestra non ha ricevuto la maggioranza dei voti (50% + 1), ma ha ottenuto la maggioranza dei seggi, grazie a due fattori: una legge elettorale che premia le coalizioni ampie e l’incapacità degli altri partiti di creare una coalizione alternativa al centrodestra sufficientemente larga e competitiva.
Per entrambi i fattori sono evidenti le gravi responsabili soprattutto del Partito Democratico, che è stato il principale sponsor di questa legge elettorale e che non ha voluto allearsi con il Movimento 5 Stelle. Al di là delle motivazioni di queste scelte del PD, il risultato era preannunciato: la vittoria del centrodestra.
Di conseguenza, mi rimane un dubbio paradossale: si tratta di stupidità o di furbizia? Il PD si è cacciato volontariamente in questo vicolo cieco (legge elettorale con collegi uninominali e coalizione ristretta), destinato chiaramente ad una sconfitta elettorale. Una strategia palesemente contraddittoria, irragionevole e perciò sbagliata, di cui non si riesce a capire lo scopo. A meno che il PD abbia voluto perdere queste elezioni. Se così fosse, potrei ammirarne la sagacia.
Perché, nell’attuale contesto socio-economico governare il Paese è una responsabilità che dovrebbe incutere timore a tutti. Lasciare al centrodestra il peso delle prossime decisioni potrebbe essere una scelta politica scaltra, anche se ne pagheremo tutti le conseguenze: penso anzitutto alla Carta Costituzionale, alla posizione dell’Italia in Europa, al sistema fiscale progressivo e alla sostenibilità del debito pubblico.
Infatti, il rischio reale per il centrodestra è di aver centrato una vittoria di Pirro. Sono proprio curioso di vedere come sarà possibile realizzare il programma elettorale della coalizione che ha vinto le elezioni. Da oggi invito tutti gli elettori, in particolare chi ha votato per quella coalizione, a tenere in costante evidenza “l’Accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra”, verificandone l’attuazione concreta.
Perché promettere è facile, invece mantenere le promesse è molto più difficile. Per esempio, come si farà ad aumentare la spesa pubblica diminuendo la pressione fiscale? Con quale bacchetta magica?
Purtroppo, come diceva Charles Peguy, “il trionfo della demagogia è momentaneo, ma le rovine sono eterne”.