La pace è la resistenza ucraina

di Marino Sinibaldi | Martedì 29 marzo

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Post

 

 

 

 

 

 

 

 

Se davvero la strategia militare russa cambiasse e si limitasse a rivendicare poco più dei territori che Putin controlla già (esito ancora difficile da prevedere, vista la sproporzione delle forze in campo) si realizzerebbe quello che ci si poteva solo augurare, e cioè che la resistenza ucraina vanificasse le ragioni della guerra, ne mostrasse la sostanziale inutilità. Se i risultati che Putin raggiungerà fossero infatti sproporzionati rispetto alle modalità dell’aggressione e al sangue (russo e ucraino) che ha sparso, sarebbe una lezione per tutti i guerrafondai. Ne uscirebbero rafforzate le ragioni della pace, anche se gran parte del mondo pacifista fatica ad accettare questa evidenza.

 

Molte cose congiurano contro questo che sarebbe non l’esito migliore ma il male minore di una guerra terribile. Anzitutto lo scacco dell’aggressore: accanto a trasparenti ragioni geopolitiche, Putin pare davvero animato da un intento palingenetico e panrusso e potrebbe non accettare di accontentarsi di così poco. Pagando per di più il prezzo di aver trasformato l’Ucraina (una nazione che la sua manipolazione della storia ritiene inesistente, una semplice invenzione di Lenin o degli occidentali) in un faro di democrazia ammirato in mezzo mondo. E una democrazia (più o meno completa, in verità) insediata ai confini della sua autocrazia finirebbe per costituire una sorta di permanente provocazione: c’è il rischio davvero che alle porte sfilino i gay pride (secondo gli incubi ricorrenti del patriarca Kirill, che non si capisce se usi l’argomento per pure ragioni propagandistiche o creda davvero che valga la pena di sacrificare migliaia di morti in guerra per fermare le parate con i carri, le borchie e le bandiere arcobaleno: nel qual caso dovremmo con qualche tremore riconoscere che c’è un serio disturbo mentale al vertice della chiesa ortodossa. Eh sì, lo so che anche noi abbiamo i nostri piccoli Kirill nei senatori che nell’aula del Parlamento hanno salutato con sghignazzi e balletti la bocciatura della legge Zan; ma almeno usciti di lì non hanno sparato a famiglie in fuga, per togliersi il pensiero).

 

Ci sono poi le esitazioni (per usare un eufemismo) di una parte del nostro pacifismo e le argomentazioni di chi, arrampicandosi sugli specchi della “complessità”, mette più o meno sullo stesso piano aggrediti e aggressori. La Storia è sempre complessa (specie dalle parti dell’ex Impero russo ed ex Unione Sovietica: nulla è mai semplice con troppi ex in giro) e merita conoscenza, attenzione e rispetto. Ma nel controverso dibattito in corso sulla secolare vicenda ucraino-russa prevale il ricorso strumentale a qualche precedente storico-politico che è funzionale solo a consolidare i propri pregiudizi.

 

E poi: a che punto queste estenuate ricostruzioni dovrebbero fermarsi? Fino a dove risalire in questa ricerca di colpe e responsabilità reciproche? A quando avvenne l’allargamento della Nato, o alla dissoluzione dell’Urss? Perché trascurare l’Holodomor e i suoi milioni (due? cinque? sette?) di morti per fame (solo per fame, poi?) o rimuovere il valore della Grande guerra Patriottica e della sconfitta del nazismo? Ancora prima, l’anarchico Machno combatteva contro la degenerazione della Rivoluzione d’ottobre o favoriva la restaurazione zarista? E ancora altre domande, fino alla Rus’ originaria o perfino oltre, nelle nebbie vichinghe.

 

 

 

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO

 

 

25 aprile 2025

25 aprile 2025

Per ribadire il coraggio della pace e la bellezza delle libertà costituzion...
Posizioni aperte in ACLI Bergamo

Posizioni aperte in ACLI Bergamo

Comunicazione e Gestione Contabile / Rendicontazione Progetti
Rileggere Francesco a partire da Evangelii Gaudium

Una memoria viva

Rileggere Francesco a partire da Evangelii Gaudium
Il tuo 5x1000 alle ACLI di Bergamo

Il tuo 5x1000 alle ACLI di Bergamo

Riscaldiamo l'inverno 2.0

Riscaldiamo l'inverno 2.0

Un racconto di solidarietà, territorio e futuro sostenibile