Il ricordo di Dominique Lapierre

IL RICORDO DI DOMINIQUE LAPIERRE

 

@LaBarcaeilmare

 

Nei giorni scorsi è morto Dominique Lapierre, uno degli scrittori più amati dal grande pubblico dei lettori. Nato nel 1931 a Châtelaillon-Plage, un piccolo paese nell’ovest della Francia, in Nuova Aquitania,  dopo una vita avventurosa, nel 2012  in seguito ad una caduta accidentale le sue condizioni di salute sono andate via via peggiorando. Nel 2011 fu ospite di “Molte Fedi”. In quell’occasione, ebbi modo di parlargli a lungo. Questo il racconto del nostro dialogo.

 

“Trent’anni fa ho capito come fosse più importante portare compassione e giustizia nel campo di battaglia delle ingiustizie, che essere autore di “best-seller”; dovevo impegnarmi per cambiare le condizioni di vita dei poveri del mondo».

 

A parlare così è Dominique Lapierre, certamente uno degli scrittori più letti e famosi al mondo. Giornalista, viaggiatore e testimone straordinario del nostro tempo, Lapierre, per molti anni, ha legato a lungo la sua firma a quella di Larry Collins, giornalista e scrittore americano, conosciuto durante il servizio militare e ritrovato nel periodo dell’attività di inviato di “Paris Match”. Con lui ha scritto best sellers come “Parigi brucia?”, “Gerusalemme! Gerusalemme!”, “Stanotte la libertà”.

 

Ma il suo libro più tradotto e amato resta sicuramente La città della gioia (1985), scritto da solo e dedicato agli abitanti della più grande baraccopoli di Calcutta, alle loro storie, all’intreccio dei loro destini.  Il romanzo, che ha tre protagonisti – l’“uomo-cavallo” Hasari Pal, il missionario francese Paul Lambert, e il giovane medico statunitense Max Loeb – trae ispirazione dalla straordinaria esperienza dello scrittore nella bidonville indiana.

 

La fortuna editoriale di questo bestseller ha portato Lapierre e sua moglie Dominique Conchon a conoscere da vicino Madre Teresa di Calcutta e a creare una fondazione per il sostegno di progetti di solidarietà e sviluppo a Calcutta e nelle zone del Gange.  Oggi nel nome di Madre Teresa e con i diritti d’autore delle opere di Lapierre sono sorte scuole, centri anti-lebbra e tubercolosi, debellata in cento villaggi, e vengono concessi “micro-crediti”. Tutto lungo le rive del Gange, al cui delta sono stati collocati quattro “battelli-ospedale” per oltre un milione di indiani, che abitano isole neppure citate sulle carte geografiche: miracoli della carità.

 

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