di Luca Misculin | Giovedì 9 dicembre
Il Post
Nei sedici anni in cui Angela Merkel ha ricoperto la carica di cancelliera della Germania – periodo che finirà presto, quando i partiti tedeschi si accorderanno per formare un nuovo governo – il mondo attorno a lei è cambiato moltissimo. Merkel iniziò a governare nel 2005, quando l’iPhone non era ancora stato commercializzato, Silvio Berlusconi era di gran lunga il politico più popolare in Italia e Greta Thunberg aveva due anni.
Ma Merkel non è stata soltanto un’osservatrice passiva dei grandi cambiamenti globali: spesso ha contribuito a indirizzare il corso degli eventi con decisioni che hanno lasciato una traccia nella storia recente, e di cui si continuerà a parlare anche nei prossimi anni.
Di grande importanza è stato per esempio il suo approccio alla cosiddetta crisi dell’eurozona.
Nel 2010 la Grecia era vicina al fallimento, e diversi altri paesi del Sud Europa come Italia, Spagna e Portogallo erano in condizioni appena migliori per via di un elevatissimo debito pubblico e di un’economia che si era impantanata dopo la crisi mondiale del 2008. Merkel progettò di fatto il meccanismo che negli anni successivi garantì decine di miliardi di euro in aiuti economici alla Grecia – e più avanti anche al Portogallo – a patto di dolorosi tagli alla spesa pubblica e aumenti delle tasse: come del resto prescriveva la dottrina economica più in voga all’epoca, portata avanti dall’ala più conservatrice proprio del partito di Merkel, la CDU.