L'inaugurazione dell'anno sociale a Bonate Sotto

L'ANNO DEL CORAGGIO

 

Tornare all'interiorità, trovando in essa delle ragioni che ci aiutino ad accompagnare le nostre parole con azioni coerenti. Sarà il coraggio il filo rosso che legherà le azioni delle Acli di Bergamo nell'anno 2023-2024 inaugurato ieri sera a Bonate Sotto. 

 

Un pomeriggio iniziato con la visita guidata alla basilica di Santa Giulia, arricchito dagli interventi di Daniele Rocchetti, presidente delle Acli di Bergamo, e di don Cristiano Re, assistente spirituale, conclusosi con la cena presso l'oratorio di Bonate. Un'occasione sempre unica di incontro, di contatto tra i vari circoli e di orientamento verso l'anno che verrà. 

Parlare del coraggio significa compiere un esercizio, un percorso spirituale…

È compiere un cammino nel profondo di sé, un “riflessione” un piegarsi dentro di sé per vedere cosa c’è in noi…

Ricordate quando all’inizio del mandato di questa presidenza, già nel congresso ci siamo dati la direzione e l’impegno della spiritualità…

Ecco la nostra piccola riflessione di stasera che è solo una porta che si apre su questo grande tema del coraggio, che è un ampissimo spazio di interiorità da indagare,

è anzitutto un esercizio di spiritualità…

E io non sono proprio così bravo negli esercizi di spiritualità ed è per questo che lasciandomi condurre quasi dall’istinto, da quel che viene a galla quando si smuovono le acque del profondo,

ritorno a quel grande riferimento che noi cristiani,

noi Aclisti che abbiamo tra le nostre fedeltà quella alla PAROLA, AL VANGELO (e non dobbiamo dimenticarci se vogliamo essere aclisti e non altro,)

torniamo alla Parola…

ecco tra i tanti brani pensando al coraggio il primo che mi viene in mente è un'affermazione di Gesù che troviamo nel vangelo di Matteo al capitolo 6…

Gesù dopo il miracolo dei pani, si ritira dalla folla che voleva farlo re, sale sul monte a pregare,

i discepoli prendono una barchetta per andare dall’altra riva e vengono colti da una tempesta…

Nel cuore della notte tutti hanno paura di morire e Gesù si fa avanti sulle acque e dice loro: “coraggio, sono io, non abbiate paura…”

Ecco, la prima cosa che mi viene in mente è che la paura ce l’abbiamo tutti ma il coraggio?

Certo la differenza è che la paura è un’emozione ed il coraggio invece è una virtù…

Questo mare da attraversare fatto delle mille cose che sono la nostra vita è abitato dalle emozioni, passioni, dai sentimenti, dalle virtù e dai valori…

Non tutti hanno le virtù e i valori… tanti non hanno neppure le passioni…

Ma tutti hanno le emozioni e la paura è la prima delle emozioni…

Anche l’etimologia di queste parole non è banale: E – moveo… ciò che mi smuove

Virtù – virtus= forza…

Forza virtuosa e non forza muscolare…

forza del cuore, dell’animo, forza dell’anima, forza dell’interiorità…

Cor-aggio= agire col cuore… L’azione del cuore.

Ecco non esiste chi non ha paura di niente…

“Pura di nigot” ripete uno dei motti dell’atalanta, ma ancora di più fa parte di quel sentire che un po' appartienete a tutti, del dire che ma se io davvero sono uno coraggioso, allora vuol dire che non devo aver paura di nulla…

Questo fa parte di uno di quei mantra ignoranti che ci allontanano dalla nostra umanita fatta anche di paure e di vulnerabilità,

mentre noi pensiamo che un umanità compiuta sia quella che non ha bisogno di niente e di nessuno.

No! No, il Signore non dice così…

E attenzione… La paura non va combattuta col coraggio, ma dalla prima vitù cardinale…

Ci ricordiamo delle virtù cardinali elaborate dalla sapienza greca e poi messe dentro alla nostra riflessione cristiana?

Tre teologali Fede, speranza, carità… che sono di per sé quelle che stanno ai cristiani… ma non credo che questa definizione sia corretta…

Perché anche queste sono virtù che determinano l’umanità prima della cristianità…

Quattro cardinali, 4 come i punti cardinali che appartengono ad ogni essere umano sono

Prudenza, che non è la cautela… ma il discernimento.

Giustizia

Coraggio-fortezza

Temperanza

Ecco la paura si vince con la prima virtù che è quella del DISCERNIMENTO, del pensiero fatto con l’intelligenza, col cuore e insieme agli altri!...

La paura devo accoglierla, capirla, interpretarla, scoprire da dove viene e cosa è davvero… allora io posso vincerla.


E vincere la paura è porre le basi per essere persone coraggiose e cioè che agiscono col cuore…


Ecco anzitutto il primo passaggio che ci aiuta a capire da dove arriva il coraggio… vincere le paure col discernimento ed il discernimento comunitario…

Il vangelo di questa piccola condivisione spirituale poi ci aiuta a cogliere altri aspetti del coraggio per come lo intende la Parola.


Il coraggio di fare propria la necessità di passare-andare dall’altra riva.

Uscire dagli spazi comodi e dai nidi sicuri per intraprendere nuove attraversate …

Anche per chi di noi che crede di essere più emancipato, libero, Pronto al cambiamento, non è affatto facile prendere armi e bagagli delle proprie abitudini, pensieri, situazioni consolidate, per andare altrove, per cambiare cose…

Mettersi in viaggio verso un mare che più riservare mille sorprese e mille guai… penso anche ai grandi passaggi che le nostre acli sono chiamate a fare…

Ci è stato a lungo insegnato - "meglio stare con i piedi per terra". Ogni giorno invece ci è chiesto di lasciare la terra ferma delle cose codificate, prevedibili, e di partire.

Bisogna avere il coraggio di vivere che ci porta a conoscere la bellezza delle traversate, ma anche l'aggressione delle bufere.

Questa è la vita vera, il coraggio di partire e ripartire tutte le volte che ce n’è bisogno.


Un terzo passaggio ci dice che coraggio è sentire che tocca a noi vivere nella storia , scegliere di abitarla con la grazia, scegliere che non possiamo perdere più tempo a lamentarci o a cercare di chi è colpa, piuttosto che provare a capire che fare per cambiare, per portare grazia…

Non è scontato quando ti trovi a remare, fai fatica, ti sembra non serva a niente il tuo impegno, e in più temi di andare a fondo…

Quante situazioni ci vengono in mente…

Ecco, ci vuole il coraggio di sentire che a noi che tocca la barca.

Dio non si sostituisce a noi nel remare. Dio ci chiede il coraggio di non delegare ad altri la possibilità di superare le tempeste, di essere responsabili della barca.


Ed ecco il quarto elemento che facciamo nostro a partire da questo brano…

Nelle traversate della vita a volte anche a noi sembra di vedere fantasmi.

Sono le nostre paure a creare fantasmi.

E quanti ne andiamo ancora fabbricando.

Ingigantiamo e rendiamo assoluto e irreparabile ciò che assoluto non è.

Lasciamo che i nostri movimenti di pancia siano la regola che da forma ai nostri percepiti che non sempre o quasi mai corrispondono alla realtà.

Stare nel reale, la realtà è superiore all’idea ci ha ricordato sin da subito Papa francesco.

Avere il coraggio di guardare la storia per quello che è e non inventarci quello che ci fa comodo che sia, e non fuggire nel se fosse, ma smetterla con i fantasmi per dare con coraggio risposte reali a bisogni reali.


Altro elemento che ha a che fare col coraggio, che nutre e permette la virtù del coraggio è affinare il nostro udito, il nostro sguardo, il nostro tatto, per saper cogliere e accogliere tra l'urlo delle acque e le raffiche del vento;

una voce quasi sommersa, quella di Dio che rincuora:

"Coraggio, sono io non abbiate paura!".

Di un Dio che sale sulla barca con noi.

Fa tacere il vento, non sempre quello degli eventi dolorosi che appartengono alla vita, ma il vento che ci scuote dentro, quello che sferza il cuore.

Ecco avere il coraggio di ascoltare la voce, la Parola.

Quanto coraggio abbiamo perché la parola abbia in noi la forza di farci scegliere in un modo piuttosto che in un altro,

quanto spazio lasciamo sinceramente a questo Dio che con la sua grazia accolta e tradotta nelle nostre vite, salva e cambia le cose.

Pensiamoci bene e ci accorgeremo che spesso, spessissimo ci fidiamo molto di più di quello che sappiamo e possiamo fare noi che di quello che può fare Dio assieme a noi…

Pensiamoci e sentiamo che ci vuole il coraggio della Fede per far questo


Un ultima cosa tra le mille che certo lo Spirito farà risuonare in voi.

Il coraggio è muovere dei passi che sembrano impossibili in mezzo alla tempesta in mare aperto…

Il coraggio delle cose che ci appaiono impossibile come Pietro che ad un certo punto cammina sulle acque…

Avere il coraggio di avventurarsi anche verso ciò che sembra essere impossibile… il coraggio di ascoltare quella voce e di prendere quella mano tesa che ti dice vieni, vai …

Ciò che è impossibile all’uomo è possibile a Dio … e tu sei di Dio…

Carissimi amici ed amiche, ecco ciò che ci auguriamo, ciò che ci promettiamo, ciò che anima i nostri passi in questo anno speciale,

vivere con stupore e regalarci con forza il miracolo del coraggio…

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