Quanto vale il capitale reputazionale?

di Vittorio Pelligra | Lunedì 10 gennaio

 

 

 

 

 

 

IlSole24Ore

 

 

 

 

 

 

La creazione di network reputazionale costituisce una soluzione tanto antica quanto efficace al problema della costruzione della fiducia nei mercati caratterizzati da asimmetrie informative e quindi dal rischio di azzardo morale.

 

Nel Mind the Economy della settimana scorsa abbiamo visto come già nell'XI secolo, grazie alla creazione di un meccanismo di reputazione collettiva, i mercanti della coalizione magrebina (Maghribi Traders) fossero riusciti a sviluppare canali efficienti di commerci a lunga distanza basati sull'azione di agenti interessati a crearsi e mantenere un'elevata reputazione di affidabilità e lealtà.

 

Il fascino di questa istituzione è legato alla sua capacità di promuovere comportamenti cooperativi anche in assenza di costose istituzioni di controllo, contratti formali e tribunali.

 

Questi stessi meccanismi, antichissimi – Erodoto ce ne segnala di simili già nel VI sec. a.C. – si sono affermati molti secoli dopo come una delle soluzioni più efficaci al problema della creazione di fiducia su Internet. Questi sistemi basati sulla reputazione digitale sfruttano le capacità di comunicazione bidirezionale di Internet per riprodurre online canali di passaparola su larga scala in cui gli agenti (imprese, clienti, utenti, etc.) condividono opinioni ed esperienze su una vasta gamma di argomenti e, in particolare, sulla storia passata e l'affidabilità dei loro possibili interlocutori.

 

Con il diffondersi, negli ultimi trent'anni, dei metodi sperimentali anche in economia, molti ricercatori hanno provato a comprendere nel dettaglio, sia nell'ambiente controllato del laboratorio che sul campo, quali elementi influenzano maggiormente il funzionamento dei meccanismi reputazionali e perfino a quantificarne l'effetto in termini monetari.

 

In uno studio pubblicato nel 2005, l'economista di Harvard Iris Bonhet con tre suoi colleghi hanno analizzato l'impatto che l'accessibilità a informazioni di diversa natura può esercitare sugli scambi e sull'efficienza dei mercati. Una tipica relazione tra venditore e acquirente come quelle che sperimentiamo sulle piattaforme di e-commerce, è caratterizzata da una struttura sequenziale che prevede l'invio del denaro e, solo successivamente, la ricezione del bene. Questo tipo di scambi, necessariamente, richiede che gli acquirenti abbiano qualche forma di informazione sul comportamento passato dei venditori, sulla loro affidabilità.

 

Questo, ci dice la teoria, dovrebbe mitigare l'effetto negativo dell'azzardo morale insito in uno scambio di questo tipo. Bonhet e colleghi arruolano 192 partecipanti e li dividono in quattro gruppi differenti nei quali, a coppie, in condizioni di anonimato e con incentivi reali, simuleranno la relazione venditore-compratore descritta poco sopra.

 

 

 

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