Manfredonia: parta da questa piazza un movimento popolare per la pace

Manifestazione del 5 novembre, Manfredonia: parta da questa piazza un movimento popolare per la pace

 

“Vogliamo che da Roma parta un movimento popolare che faccia sentire l’urlo della pace in tutto il continente. Anche nella Russia dove è repressa la libertà” ha detto Emiliano Manfredonia, Presidente nazionale delle Acli, nel corso del suo intervento da piazza San Giovanni dove si sta svolgendo la manifestazione per la pace. Le Acli, tra le associazioni organizzatrici dell’evento, hanno partecipato organizzando oltre 30 pullman da tutta Italia, treni e aerei dalle isole,  radunando nella Capitale più di 3mila aclisti, donne e uomini che, dopo oltre otto mesi di conflitto, domandano un negoziato per la pace e la messa al bando tutte le armi nucleari.

 

“È un’illusione pensare che sia la guerra a riconquistare la pace  – ha continuato Manfredonia dal palco – Solo un’Europa dove l’idea di sicurezza è fondata sul riconoscimento dei diritti e delle diversità, può essere d’aiuto e di equilibrio in questo mondo che corre sempre più veloce tra una crisi e un’altra. Domandiamo con forza che il Segretario Generale dell’ONU si faccia protagonista convocando una conferenza internazionale di pace. Facciamo nostre le parole di Papa Francesco che chiede al presidente della Federazione Russa di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e morte e chiediamo al Presidente dell’Ucraina che sia aperto a serie proposte di pace.”

 

La manifestazione, organizzata dalle sigle riunite nell’organizzazione Europe for Peace, ha visto l’adesione di più di 600 realtà della società civile e l’afflusso di oltre  100mila persone che, da piazza della Repubblica, hanno sfilato per le vie della capitale fino a piazza san Giovanni.

 

“Non è mai venuta meno la nostra vicinanza e il nostro sostegno al popolo ucraino, per chi è morto sotto le bombe, per chi fugge con la sola disperazione, per chi combatte per la propria terra”, ha continuato Manfredonia. “Non siamo stati sul divano di casa a criticare chi parlava di pace. Siamo andati in Ucraina e siamo stati il volto della solidarietà, della vicinanza. Chiediamo alla politica di ascoltarci e di ascoltare le altre piazze che risponderanno a questo urlo di Roma, a questa preghiera di pace”.

 

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