È in corso la più grande normalizzazione della guerra nucleare che la storia abbia mai conosciuto. Non sappiamo se la Russia o qualche altra potenza userà le armi atomiche. Sappiamo che ci vogliono circa dieci secondi perché la palla di fuoco nucleare raggiunga la sua dimensione massima. Sappiamo che un’esplosione rilascia velocemente radiazioni anche a molte centinaia di chilometri. Sappiamo anche che non esiste possibilità di aiutare i sopravvissuti. Sappiamo, infine, che alcune delle armi atomiche sono dieci volte più distruttive della bomba che distrusse Hiroshima e uccise 140.000 persone. Il grido di Ican, la rete di Ong per l’attuazione del Trattato di proibizione delle armi nucleari.
Mentre prosegue da parte dei paesi europei l’invio di armi estremamente distruttive all’Ucraina, inclusi i missili a lungo raggio MLRS (reachingcriticalwill.org/news), il Parlamento europeo il 6 ottobre ha adottato una risoluzione in cui ha invitato “gli Stati membri e gli altri paesi che sostengono l’Ucraina a rafforzare massicciamente la loro assistenza militare, in particolare negli ambiti in cui è richiesta dal governo ucraino […] moderni carri armati da combattimento, di un maggior numero di sistemi terra-aria e terra-terra, di veicoli corazzati da trasporto truppa, nonché di centri di addestramento supplementari e di ulteriori contributi sotto forma di munizioni”. La risoluzione ha inoltre invitato “gli Stati membri e i partner internazionali a preparare una risposta rapida e decisa qualora la Russia compia un attacco nucleare contro l’Ucraina”.