di Aldo Bonomi | Giovedì 23 settembre
IlSole24Ore
Può sembrar strano trovare in un piccolo comune un concentrato delle contraddizioni tra il vuoto del territorio ecologico da conservare e il pieno degli assetti produttivi in ripartenza dalla pandemia. Ci si trova sia il tema delle aree interne che quello dei distretti in metamorfosi. Appare il margine e il vuoto di 1.600 anime e il pieno del distretto che ne mette al lavoro 1.500.
Recentemente mi sono recato a Montappone, comune marchigiano di 1.600 abitanti posto tra i monti Sibillini, su verso il cratere del terremoto e la costa adriatica. Insieme a Massa Fermana, comune-polvere confinante, rappresenta il cuore del Distretto del cappello Fermano-Maceratese dove si concentra il 70% del valore, delle aziende e degli addetti italiani del settore. Parliamo di 90 imprese con 1.500 addetti, 80 milioni di fatturato, e qualche migliaio di abitanti. Montappone sembra una concretizzazione di una delle città invisibili di Calvino. E lo si capisce bene parlando con il sindaco, costretto al sincretismo del dover tenere assieme l’entropia da area interna con l’invecchiamento della popolazione, la desertificazione dei servizi di prossimità, le reti corte della comunità e della viabilità. Dall’altra quelle lunghe di un micro distretto che non ha mai cessato di evolversi dai tempi lunghi della mezzadria verso Industria 4.0.