All'incontro della Comunità di Sant'Egidio il grido unanime dei presidenti italiano e francese. E il cardinale: guerra, fallimento della politica e dell'umanità. Le parole di Riccardi e Impagliazzo
 

Riallacciare il dialogo e uscire dalla logica del riarmo ma nel rispetto dei diritti di chi è aggredito ingiustamente: è questo il messaggio forte che emerge dall'evento di Sant'Egidio, "Il grido della pace", che vede a Roma centinaia di leader di tutte le religioni. E che accomuna il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente francese Emmanuel Macron, che oggi hanno aperto l'assise internazionale organizzata dall''Onu di Trastevere'.

 

Parla di pace anche papa Francesco che martedì chiuderà questo evento al Colosseo e pregherà "per la pace in Ucraina e nel mondo". La parola pace risuona anche nei primi auguri del Pontefice al nuovo esecutivo: "Oggi all'inizio di un nuovo governo preghiamo per l'unita e la pace dell'Italia". A stretto giro arriva il ringraziamento di Giorgia Meloni.

 

Per il presidente Mattarella serve "una pace che non ignori il diritto a difendersi e non distolga lo sguardo dal dovere di prestare soccorso a un popolo aggredito. In Ucraina, come altrove, occorre riannodare i fili dell'umanità che la guerra spezza: vite, famiglie, legami umani e sociali". Per il capo dello Stato italiano "è anzitutto una sfida in Europa e per l'Europa". E allora la Ue deve ricoprire un ruolo di "garante". "L'Europa non può e non deve permettersi di cadere prigioniera della precarietà, incapace di assolvere al suo naturale ruolo di garante di pace e di stabilità nel continente e nelle aree vicine" dice sottolineando come "la sciagurata guerra mossa dalla Russia rappresenta una sfida diretta ai valori della pace".