I cattolici e la politica
Articolo di @settimanews
di Franco Monaco | 11/07/2022
Damilano è un brillante opinionista. Allievo di Pietro Scoppola e cultore della vicenda del movimento politico dei cattolici, poi approdato al giornalismo. Del suo meditato articolo, alcune tesi mi convincono, altre meno.
Tra le prime:
1) L’apprezzamento per le virtù e i meriti di quel mix di spiritualità, cultura e politica che va sotto il nome di «cattolicesimo democratico» e che, nel primo tempo della Repubblica, attraversava e trascendeva i confini della DC (spesso scontando una condizione minoritaria in essa): la cura per la distinzione tra Chiesa e politica, la cultura della mediazione tra principi etici e prassi politica, il senso/valore delle istituzioni come casa comune, l’attitudine al dialogo culturale e politico.
2) La memoria del disagio da esso patito nella non breve stagione della Chiesa italiana che ha conosciuto una regressione rispetto all’aggiornamento conciliare. Un tempo politicamente segnato dal paradigma dei «principi non negoziabili», cari al cardinal Ruini, con la conseguente mortificazione dell’autonomia laicale, la negoziazione non più mediata tra vertici ecclesiastici e vertici politici, l’avallo al protagonismo di movimenti presenzialisti che amavano «contarsi per contare», movimenti congeniali a quella visione del rapporto tra Chiesa, società e politica.